Friedrich L. Des Esseintes

L’individuo e la condizione inconscia di eteronomia

[PARTE 2: TEST]

 

Ciò che ci rende poveri in tanta ricchezza è che non siamo in grado di restare soli, che, finché siamo in vita, l’amore non si spegne in noi.
Friedrich Hölderlin

 

Lo scopo di questo test è quello di aiutare il lettore a declinare nella vita quotidiana i concetti che abbiamo sopra delineato e quindi permettergli di riflettere su se stesso e sul proprio rapporto con gli altri: su ciò che l’altro rappresenta per lui, su quanto e come la presenza degli altri influenzi la propria vita e quindi su quanto la propria stabilità e serenità possa dirsi dipendente dal comportamento altrui.

 

Per far sì che il test non risulti un’inutile perdita di tempo, si raccomanda al lettore la massima onestà con se stesso, il che comporta il fermarsi a riflettere il tempo necessario su ogni risposta, cercando di immedesimarsi nelle situazioni descritte nei quesiti, focalizzare la propria persona immersa in quei contesti e porsi il più possibile in una posizione di osservazione esterna di se stessi.

 

Quindi, al lettore non si chiede di scegliere la risposta che ritiene astrattamente più giusta in base ai propri criteri e valori etici, ma quella che riesce a descrivere meglio il proprio comportamento e le proprie reazioni abituali a queste situazioni (e sappiamo quanto raramente le intenzioni e gli ideali coincidano con l’atteggiamento reale).

 

COME CALCOLARE IL PUNTEGGIO: Segnatevi il numero delle volte che si sono scelte le risposte corrispondenti alle lettere (per esempio: 5 volte la A, 6 volte la B ecc. ecc.) e alla fine fate il calcolo del punteggio tramite le corrispondenze tra lettere e numeri che trovate in fondo.

 

 

1. Sono a teatro, in compagnia di una persona che ho invitato perché la ritengo potenzialmente interessata allo spettacolo. La rappresentazione si rivela all’altezza delle asepttative e ricca di sottitili riferimenti culturalmente “alti”. Mentre assisto allo spettacolo:

B - Resto impassibile ma penso in modo abbastanza ripetuto a come possa essere recepita la rappresentazione da questa persona, sperando che la apprezzi.

D - Mi concentro unicamente sulla mia fruizione e interpretazione dello spettacolo.

A - Faccio cenni, sorrisi o commenti a voce bassa all’indirizzo del mio “ospite”, con l’intento di fargli cogliere ogni passaggio e riferimento.

 

2. Solitamente durante le conversazioni, rispetto ai temi trattati ho un approccio:

A - Narrativo-eterobiografico (a suffragio delle mie tesi, tendo a raccontare episodi accaduti ad altri).

E - Narrativo-autobiografico (a sostegno delle mie tesi riporto soprattutto episodi che mi sono accaduti direttamente).

C -Speculativo (tendo a conversare astrattamente, evitando di scendere nel personale, in ogni senso).

 

3. Insieme a due amici ho in programma di andare a vedere un concerto culturalmente e artisticamente di grande spessore ma il sopraggiungere di un’influenza me lo impedisce. La sera del concerto mi giunge la notizia del suo annullamento. Quale sentimento prevale in me?

B - Dispiacere per i miei amici, principalmente per il fatto che abbiano speso tempo e soldi inutilmente.

A - Sollievo, perché così non ho da recriminare.

D - Dispiacere per il fatto che l’evento avrebbe rappresentato un’occasione importante per la crescita culturale dei miei amici.

 

4. È sabato sera e un guasto alla mia macchina mi impedisce di uscire. Come la prendo?

A - Sono particolarmente triste perché so che mentre sono chiuso in casa la maggior parte della gente è in compagnia.

C - Colgo l’occasione per passare un sabato sera veramente “alternativo”, diverso dagli altri, e resto sveglio fino a tardi facendo qualcosa di produttivo o interessante, come leggere un libro.

B - Mi dispiace solo per il fatto che sarebbe stata un’occasione per rivedere qualche amico.

D - La cosa non mi tange e mi comporto come se fosse un giorno qualsiasi della settimana.

 

5. È il compleanno di un amico per cui provo stima e/o affetto e c’è un libro che vorrei regalargli perché sono certo/a che rappresenterebbe una lettura molto interessante e stimolante per lui/lei; so però che un mio regalo lo metterebbe in grande imbarazzo perchè lui non ha avuto la possibilità di farmelo in occasione del mio compleanno ed è una persona che ci tiene molto a queste cose. Cosa faccio?

A - Glielo regalo ugualmente e gli dico di non preoccuparsi.

C - Compro il libro ma attendo un’altra occasione meno imbarazzante per lui per poterglielo donare.

B - A malincuore decido di non regalarglielo, a costo di fare una brutta figura, ma in un’altra occasione gli consiglio di comprarlo.

G - Glielo regalo in forma anonima.

 

6. Tra questi, il proverbio che mi capita di citare più spesso è:

B - Chi fa da sé fa per tre.

B - Meglio solo che male accompagnato.

F - Mal comune mezzo gaudio.

C - Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

A - L’abito non fa il monaco.

 

7. Mi capita di dare consigli agli altri riguardo questioni private, specialmente relative alla sfera affettiva:

F - Spesso e/o con persone con cui non ho molta confidenza.

A - Spesso ma solo con gli amici più stretti.

B - Solo con gli amici nei momenti di particolare difficoltà.

C - Mai, specialmente con i semplici conoscenti, perchè credo che senza conoscere a fondo una situazione, ovvero vivendola, sia impossibile avere una “ricetta”.

D - Mai, specialmente con gli amici, perchè credo che ogni situazione critica vada affrontata da soli per uscirne più forti, quindi i miei consigli sarebbero comunque un male.

 

8. Al termine di una serata passata con dei conoscenti resto casualmente solo/a in compagnia del partner di un mio amico/una mia amica, per il/la quale in quel momento provo una forte attrazione, evidentemente ricambiata. Cosa faccio?

F - Lascio che succeda quello che l’istinto (mi si passi il termine) ci sta suggerendo di fare ma poi chiedo a questa persona di non dire nulla al mio amico/a per non rovinare la nostra amicizia.

A - Lascio che succeda, ma non cerco di nasconderlo e chiedo il perdono del mio amico/a.

E - Mi trattengo per evitare di rovinare questo rapporto di amicizia o perché credo che farei del male al mio amico/a.

B - Lascio che succeda, non cerco di nasconderlo e provo a convincere l’amico/a che la gelosia è possesso e questo è diametralmente opposto all’amore.

C - Lascio che succeda, non lo nascondo e attendo che il mio amico/a prenda le sue decisioni, sperando che il nostro rapporto resti immutato

D - Lascio che succeda e colgo l’occasione per testare la consistenza di questa amicizia, ritenendo che se se questa potesse essere cancellata per una questione di gelosia, allora tanto vale chiuderla qui.

 

9. Mi passa tra le mani un pamphlet di carattere sociologico-filosofico di un intellettuale semi-sconosciuto che trovo assolutamente illuminante riguardo la condizione dell’uomo moderno.

B - Ne preservo la rarità gelosamente e non ne parlo a nessuno.

A - Appena ne ho l’occasione ne parlo con tutti i conoscenti che reputo minimamente “preparati” intellettualmente.

C - Ne parlo solamente alle rare persone che credo possano comprenderlo adeguatamente.

 

10. Nel parlare di un mio progetto artistico o culturale nel quale credo molto e/o che ritengo importante per me ad una persona che fino ad ora lo ignorava, tendo:

E - A presentarlo in modo dimesso, ostentando affabilità, per fugare ogni pericolo di apparire altezzoso o arrogante all’interlocutore.

B - A presentarlo in modo dimesso, ostentando una certa modestia così da non creare aspettative e quindi delusione.

A - A presentarlo in modo enfatico ed entusiastico nel tentativo di destare l’attenzione e la curiosità del mio interlocutore.

C - A mostrare il mio personale entusiasmo e la convinzione della bontà di fondo del progetto, pur accennando alle pecche e/o alle difficoltà relative a questo.

 

11. Mi giunge notizia che tra mezz’ora, in un cinema non molto distante da casa mia, verrà proiettato il nuovo film di un regista che apprezzo particolarmente.

C - Mi preparo e vado senza preoccuparmi di altro, così da evitare il rischio di arrivare a proiezione iniziata.

A - Cerco subito qualcuno disposto a venire con me, e in caso contrario non vado (pur non avendo problemi di trasporto).

B - Cerco subito qualcuno disposto a venire ma in caso di rifiuto vado lo stesso.

 

12. Vengo a sapere che nella mia città è appena nato un progetto artistico stilisticamente simile al mio o ad uno al quale partecipo (ad esempio una band inquadrabile nel genere che faccio anche io). Come reagisco?

A - Cerco subito notizie al riguardo con in fondo la speranza che si riveli un progetto velleitario e di scarsa consistenza.

E - Cerco subito notizie allo scopo di contattare l’autore di tale progetto, vagliando le possibilità per una collaborazione.

C - Resto sostanzialmente indifferente e attendo l’evolversi della cosa non escludendo collaborazioni future.

 

13. Il registro che utilizzo normalmente con gli altri è:

F - La seconda persona (do “del tu”) con tutti o comunque con la stragrande maggioranza.

A - La terza persona (do “del lei”) solamente con le persone anziane o che rivestono una certa carica (per esempio un professore).

B - La terza persona anche con i miei contanei se questi sono degli sconosciuti sul posto di lavoro (per esempio un cameriere al bar).

D - La terza persona con tutti a prescindere dall’età (a parte gli adolescenti), tranne con le persone con cui ho un certo grado di confidenza, con le quali uso la seconda.

 

14. Uno dei miei amici più cari, col quale esco frequentemente, avrebbe la possibilità di trasferirsi in un’altra città a lui più gradita, dove gli è stato offerto il lavoro che ha sempre desiderato.

A - Cerco di farlo desistere dall’idea di andare perchè mi dispiacerebbe non frequentarlo più o comunque vederlo raramente.

B - Gli dico quello che penso, cioè che partire non potrebbe che essere un bene per lui, ma spero che resti.

D - Spero che vada e lo incoraggio a farlo perchè preferisco frequentare una persona serena, “realizzata” e vitale, seppur raramente, che uscire spesso con una persona insoddisfatta della propria vita e con pochi stimoli.

 

15. Ho 4 giorni di ferie e vorrei sfruttarli per fare un breve viaggio nel mio paese o comunque in uno dove non ho problemi di lingua o particolari preoccupazioni per criminalità e simili. Nel progettarlo:

B - Propongo la destinazione a me prediletta a uno o più amici o al mio partner, e in caso di loro rifuito non vado.

D - Scelgo la meta e vado a prescindere dalla presenza o meno di compagni di viaggio.

A - Scelgo prima le persone con cui vorrei farlo per poi discutere con loro/lui/lei sulla meta.

 

16. Un ragazzo/ragazza con il/la quale a volte mi capita di uscire e che trovo particolarmente affascinante (escludendo comunque qualsiasi ipotesi di fidanzamento) mi chiede di presentargli/le un mio conoscente del mio stesso sesso verso il quale nutre un certo interesse. Qual è la mia reazione emotiva (a prescindere dal fatto che la do da vedere o meno)?

F - Rabbia unita a invidia.

A - Scoramento e tristezza.

D - Indifferenza (non cambia minimamente il mio atteggiamento, il mio “sentire” verso queste persone).

E - Offeso distacco.

C - Un vago senso di euforia all’idea di dover fare da tramite per una nuova conoscenza.

 

17. Nell’incontrare una persona con la quale ho un discreto grado di confidenza o che comunque mi capita di incontrare con una certa frequenza, sono solito salutarla:

A - Adeguandomi al carattere e allo “stile” della persona in questione.

F - In modo ostentatamente caloroso (per esempio con abbracci energici, baci ripetuti o pacche sulle spalle).

E - Utilizzando parole, motti, cenni particolari, propri della cerchia di amicizie di cui facciamo parte (ristretta o ampia che sia).

B - In modo informale ma contenuto (ad es. con due semplici baci alle guance).

C - In modo formale (per esempio con un ‘buongiorno’ o ‘buonasera’ e/o stringendo la mano).

 

18. Trovandomi ad una tavolata di conoscenti accesa da un dibattito dove le persone tendono ad accavallarsi e ad alzare la voce per sovrastare quelle altrui, solitamente mi capita di:

A - Intervenire accavallandomi a mia volta sulle altre voci.

B - Attendere che la confusione scemi un po’ per dire la mia almeno ai commensali più vicini.

C - Astrarmi mentalmente, pensando ad altro o trovandomi disgustato\a dalla situazione.

 

19. Mi dà una maggiore sensazione di triste e spiacevole malinconia immaginarmi:

A - A cena da solo\a in un risorante affollato.

C - In discoteca insieme ad un amico o amica cercando di “attaccare bottone” con due persone dell’altro sesso (o comunque di quello preferito).

B - In un pub a bere in compagnia di amici inebriati dall’alcool e rumorosi.

 

20. La frase con cui esordisco più spesso incontrando un conoscente verso il quale non provo un particolare affetto e che non mi desta particolare interesse (in ogni senso) in quel momento, è:

A - “Come stai?”/”Come va?” o simili.

B - “Come mai qui?”/”Cosa stai facendo?” o simili.

E - “Che mi racconti?” o simili.

C - Nessuna; mi limito a salutarlo e se non inizia lui a parlarmi di qualcosa me ne vado.

 

21. Nel narrare un fatto accadutomi o di cui sono stato testimone, mi capita di ingigantire i dettagli (per esempio esagerando sui numeri o enfatizzando i particolari):

A - Spesso e in modo automatico.

E - Spesso ma in modo consapevole e premeditato.

B - Solo in situazioni particolarmente “goliardiche”, consapevolmente.

C - Raramente.

 

22. Mi capita di uscire da solo\a la sera:

A - Mai.

B - Raramente e solo per andare in luoghi che richiedono una “partecipazione individuale” (come cinema e teatro).

C - A volte, dopo che ho constatato che le poche persone con le quali mi piace uscire non sono disponibili.

D - Spesso, e la cosa non mi da il minimo patema, imbarazzo o senso di malinconia.

D - Mai ma solo per motivi di sicurezza personale, altrimenti lo farei con piacere.

 

23. L’ animale domestico col quale preferisco giocare o/e che amo osservare è:

A - Il cane.

B - Il canarino o il pesce.

C - Il gatto.

A - La suocera (risposta da 0 punti e visita psichiatrica obbligatoria).
Ps: L’autore si scusa per l’ironia grossolana e di cattivo gusto.

 

24. Ho appena terminato di scrivere un articolo o saggio breve che, a causa dei delicati temi trattati, richiede al lettore una certa opera di riflessione su se stesso e un certo coraggio nell’affrontare a viso aperto le proprie emozioni nel rapporto con gli altri. Prima di pubblicarlo:

A - Aggiungo un test finale con tanto di punteggio e risposta finale, allo scopo di destare anche l’interesse e la partecipazione attiva del lettore più pigro e superficiale.

B - Aggiungo dei semplici quesiti per favorire un approfondimento dei temi trattati.

C - Non aggiungo altro perchè i lettori ai quali vorrei rivolgermi dovrebbero aver già riflettuto sufficientemente su tali questioni. Insomma, a buon intenditor poche parole.

Catherine Deneuve in un corridoio di braccia maschili che cercano di afferrarla. Fotogramma tratto dal film Repulsion, 1965, regia di Roman Polanski.

 

Punteggi:
A = 0 punti
B = 1 punto
C = 2 punti
D = 3 punti
E = 0,5 punti
F = -1 punto
G = 4 punti

 

RESPONSO “SERIO”

Punteggio da -6 a 19
Non ci sono molti dubbi sul fatto che siate inquadrabili nella categoria dell’avere (delineata nell’articolo): il rapporto che instaurate con gli altri, ne siate consci o meno, è di tipo squisitamente oggettuale e utilitaristico, cosa che comporta la vostra dipendenza dalla presenza e dal riconoscimento altrui.
Però l’onestà con la quale avete risposto a domande che richiedevano una certa opera di auto-smascheramento lasciano intravedere una buona dose di sicurezza di sé e quindi una innegabile auto-consapevolezza (oppure una disarmante superficialità, ipotesi che tenderei ad escludere perchè sarebbe difficilmente coniugabile con il vostro interesse per la tipologia di scritti che compaiono in questa webzine).
I casi sono 2: o si tratta di un utilitarismo pienamente consapevole per il quale pianifichereste i modi, le strategie per ottenere l’approvazione e la dipendenza reciproca con gli altri, cosa che sarebbe segno di grande intelligenza ma di scarsissima saggezza (la spesa non varrebbe decisamente l’impresa), oppure vivete in una condizione di infelicità permanente causata dalla coscienza che la vostra esistenza abbia qualcosa di profondamente sbagliato ma non avete la forza di cambiarla radicalmente stravolgendo il vostro modo di porvi all’esterno e quindi le vostre abitudini.
Un buon metodo per ottenere questa forza sarebbe quello di fissare in mente due pensieri, rendendoli quasi un’ossessione: il fatto che non si ha comunque nulla da perdere ma solo da guadagnare e il pensiero di quanto possa essere terribile ritrovarsi in età matura a doversi maledire per aver sprecato la propria vita a causa di una scarsa forza di volontà. Non c’è niente di peggio che farsi rodere lentamente e progressivamente da un dubbio e da un rimorso che si trascina per un’intera vita.

Punteggio da 20 a 29
La propensione a cercare l’approvazione altrui e un riconoscimento che possa darvi una (illusoria) “consistenza” individuale è ancora abbastanza forte e si dimostra indispensabile per la vostra (precaria) serenità e stabilità esistenziale. Malgrado probabilmente non vi accontentiate di qualsiasi tipo di compagnia e/o attività-passatempo, la cerchia di persone e le abitudini che vi siete costruiti attorno rappresentano comunque un “appoggio esistenziale” che se un giorno dovesse venir meno vi lascerebbe spiazzati, rivelando la vostra eventuale illusione circa la vostra stabilità e la vostra identità.
Pur dandovi un certo contegno all’esterno, pur non tenendo atteggiamenti e comportamenti palesemente grossolani e “cameratistici” (nel senso che rivelino chiaramente il bisogno di sentirvi parte di un gruppo), la cifra di fondo dei vostri rapporti resta quella dell’affabilità, dettata da un’impostazione di base all’insegna della prudenza; la paura di rimanere soli (sia in singoli episodi che in lunghi periodi) vi porta inconsciamente ad arginare il vostro spirito critico e a cristallizzare così certi meccanismi nei comportamenti, cosa che vi impedisce di gettare le fondamenta, nel vostro intimo, per la costruzione di una personalità forte (che non è quella che si traduce all’esterno in atteggiamenti arroganti e prepotenti, al contrario...).
Non lasciate che le lusinghe che vi vengono rivolte per il vostro atteggiamento apparentemente alternativo e superiore rispetto ai modi più comuni e volgari imperanti nella massa, vi facciano mettere definitivamente da parte il vostro spirito critico verso voi stessi: c’è bisogno anzi di grande attenzione e di una costante riflessione volta all’auto-smascheramento (che va attuato sin dalle più piccole cose quotidiane), perchè questa condizione, dove ci si ritiene auto-determinati, veri, originali, svincolati, solo perchè si sono fatti propri modelli non condivisi dalla maggioranza, è la più pericolosa dato che porta ad un rilassamento e quindi ad un arresto del processo di crescita personale.

Punteggio da 30 a 41
Pur non essendo ancora riusciti a svincolarvi del tutto da certi meccanismi mentali automatici che rendono l’uomo un animale prettamente sociale e che quindi rendono le vostre azioni subordinate al bisogno di riconoscimento e di attenzione da parte dell’altro, avete comunque un apprezzabile atteggiamento critico e attento nei confronti dei rapporti interpersonali, il che vi porta a non accontentarvi di frequentazioni e attività poche significative, attuate solo in fondo per evitare di rimanere soli a fare i conti con se stessi.
Avete un vago sentore di quell’“ideale superiore” (nel senso in cui questo concetto è stato delineato nell’articolo introduttivo) che permetterebbe al singolo di approdare ad un autentico solipsismo (condizione tipica di ogni esempio umano di saggezza); per cui vi dividete tra momenti in cui viene in primo piano questa sensazione di un valore trascendente rispetto ai rapporti sociali e che vi infonde momentaneamente quella che potremmo definire “placidità interiore” e momenti in cui ripetete meccanicamente gli atteggiamenti figli dei meccanismi sopra citati.
Se state percorrendo la via dell’autentica crescita personale, l’insoddisfazione verso i modi e le pratiche più comuni di vita sociale dovrebbe aumentare col tempo, rendendovi sempre più intolleranti verso la volgarità (intesa nel senso più ampio del termine) imperante.
Attenzione a non cadere nella tentazione più pericolosa per chi fa del solipsismo il proprio stile di vita e rifiuta le compagnie “facili”: quello di fare un incontro particolarmente fortunato e creare un legame forte e continuo con una sola persona; questi sono i casi in cui si creano i rapporti di dipendenza più forti dato che tutto quello che prima veniva cercato nei vari tipi di rapporti che si instauravano con gli altri ora sarebbe concentrato in un unico soggetto, riportandovi quindi ad una condizione di eteronomia aggravata dal fatto di essere relativa ad un unico soggetto\oggetto invece che ad una molteplicità. Situazione che renderebbe la dipendenza più semplice e proprio per questo quindi maggiormente solida e inattaccabile.

Punteggio da 42 a 54
Siete indubbiamente ad un buonissimo punto nel percorso di maturazione che ogni uomo dovrebbe affrontare e, malgrado la vostra personalità non sia ancora totalmente assimilabile alla categoria dell’essere (traguardo raggiungibile solo ad una certa età dato che come tutte le “Grandi Opere” richiede tempo, pazienza ed esperienza), il vostro rapporto con gli altri è mediato da una costante riflessione e da un atteggiamento fortemente critico che, almeno nella maggior parte dei casi, vi impedisce, in nome della dignità (intesa non nell’accezione cristiano-socialista di dignità della persona ma in quella che potremmo definire cavalleresco-aristocratica maggiormente tipica dell’ethos greco), di scendere a compromessi con voi stessi.
Declinando al livello esistenziale la metafora platonica della caverna e spogliandola dei significati metafisici, sta a voi decidere se tornare nella caverna per cercare di “liberare gli ex-compagni” oppure chiudersi nella torre d’avorio. Questione di gusti...

Punteggio da 55 a 60
O siete la persona più disonesta con se stessa che abbia mai messo piede sulla faccia della Terra oppure siete la reincarnazione di re Salomone e quindi possedete una tale profonda serenità e una tale auto-consapevolezza che qualsiasi responso ora sarebbe superfluo e pretenzioso.
Per scoprirlo rispondere a questa domanda:
Trovate sul marciapiede un biglietto per il concerto di David Bowie nella vostra città, sold-out da mesi. Cosa fate?
A - Lo intastacate senza pensarci un secondo e andate a vederlo.
B - Lo rivendete con una cresta del 500% rispetto al prezzo originale.
C - Mettete un’inserzione nel giornale per trovare il legittimo proprietario.
Se avete risposto C lo spirito di re Salomone può continuare a giacere in pace nella sua tomba... (ammesso che esista...) (...la tomba) (...ma anche lo spirito di Salomone).


RESPONSO GOLIARDICO
(Scusate ma l’autore del test si diverte con poco, ormai l’avrete capito...)

Da -6 a -2. Animatore turistico o contributore allo share di Studio Aperto.

Da -2 a 2. Ciellino/boyscout o contributore allo share di Striscia la Notizia.

Da 2 a 5. Maschilista se uomo, femminista se donna.

Da 5 a 10. Rappresentante di telefonia mobile.

Da 10 a 15. Figlio dei fiori o camerata.

Da 15 a 20. Massone di ispirazione piduista o illuminista oltranzista.

Da 20 a 25. Femminista se uomo, maschilista se donna.

Da 25 a 30. Nostalgico dell’Otto e mezzo di Giuliano Ferrara o fan del primo Nanni Moretti.

Da 30 a 35. Radical chic.

Da 35 a 40. Esprit bohémien.

Da 40 a 45. Massone di tradizione rosacrociana.

Da 45 a 50. Dandy (di quelli veri, alla D’Aurevilly) se uomo, femme fatale (nell’accezione dannunziana) se donna.

Da 50 a 55. Spirito libero (nell’accezione nietzscheana, non myspaceiana).

Da 55 a 59. Gesù Cristo o Apollonio di Tiana.

60. Santo subito o rivenditore di auto usate (questione di onestà nelle risposte...).

Friedrich L. Des Esseintes - info@namenlos.it

 

TORNA ALL'ARTICOLO