Antinoo
Il respiro dei miei polmoni spezzati, e intorno,
acre,
l'odore della carne cotta al sole.
Mio Fanciullo di Bitinia,
vivo del miele fresco della tua pelle.
Il tuo corpo avvinghiato a me, Giovinetto,
è il confine dell'Impero, la furia della guerra, l'incanto
la gloria
che il mio cuore solo riconosce.
Giovinetto mio,
che abbracciavi lontano dal mio petto
l'ombra rovinosa,
quell'ombra in cui ti rifugiavi,
nella grotta sul Fiume viperide,
per non far più ritorno.
I
miei occhi affogati, e dentro, l'asfissia della mancanza.
Dove sei, mia acqua dall'unica fonte?
E dove sono la luna le stelle, le fronde degli alberi,
dov'è la tua bocca, la bocca della notte,
la bocca del mio talamo,
dove sopravvivi?
La sabbia mi brucia i pedi, le dune ardono,
io non posso respirare.
Mio Fanciullo di Bitinia,
un altro uomo giace nella grotta
che l'apocalisse inaridisce.
F.D.M. - maenaslunaris@hotmail.com
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