Riccardo
Rota
Amberville
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Quasi Umani abbattono la porta movimenti confusi immagini sgranate si
buttano verso il bagno la cucina la camera da letto marito moglie dormivano
l'uomo lo sventrano nella camera torna uno degli assalitori con il neonato
frignante per una gamba è un pallone nelle loro mani piange la
madre strilla strangolano il neonato con il tubo digerente del padre si
rivolgono verso la mammina finge di ribellarsi lacrime qualche unghia
rotta per tenerseli lontani tutti e 6 intorno a lei no sono 5 la telecamera
non è stabile oscilla ruota su se stessa il sesto si gusta qualche
pezzo del bimbo al pinzimonio nella bile mastica mastica degusta la carne
ancora fresca gli organi gli altri aprono la donna esplorata da dita schegge
di legno il culo vangato per il loro piacere per il piacere di Amberville
al sicuro dietro gli schermi del computer al limite ancora un colpo prima
dell'orgasmo fauci speculum analizzano slabbrano rivoltano la donna un
guanto di muscoli e siero annusano il pavimento leccano il piscio del
terrore altri fluidi si arrotolano nei budelli nella digestione contenuta
un quasi uomo trova le labbra più grandi annusa raccoglie mastica
si avvicina al padre ripieno dei resti il figlio ancora immagini sgranate
Amberville bestemmia cazzo cazzo CAAAAZZOOOOO!!!! S'intravede il quasi
orgasmo i quasi orgasmi pioggia di denso lattiginoso fluido cagliato Amberville
schiuma imbratta la tastiera, sporca la sedia schizza lo schermo i quasi
uomini escono dalla casa. Amberville spegne il computer.
Si sente una merda.
Eccitazione passata.
Benvenuta depressione.
Cerca purificazione nella pioggia.
Cerca conforto dal malessere, Amberville entra nella camera dei figli,
premurosa rimbocca loro le coperte, un bacio sulla fronte, con un filo
di voce li rassicura, certe cose accadono solo fuori dalle mura. Dormono
sonni tranquilli. Una carezza.
La mano dolcemente sfiora i capelli, s'accerta che i piccoli stringano
il loro orsetto un ululato bestemmiano le sirene bestemmiano i megafoni
mamme papà sorelle fratellini guardano fuori dalla finestra il
deflagrare il panico…
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Un
passo indietro
Dal
libro delle promesse – salmo 14
"All'
inizio fu Idea, quindi Speranza. Solo con l'ultimo sole di maggio divenne
Verbo. Si tramutò in Preghiera rurale quando si verificarono i
primi avvistamenti, seguiti da sporadiche incursioni nelle limitrofe campagne
orientali."
AMBERVILLE
stava assaporando un lontano terrore, una premente eccitazione per la
nuova minaccia; s' iniziò a narrare d violenze, stupri, distruzione,
fame, paura: arrivano occhi uniti gocciolanti fronti avviluppate robe
come braccia forse meno organi forza superiore.
Le
telecamere vennero immediatamente installate fuori dalle mura, in ogni
lembo di campagna.
Amberville non voleva monitorare, non intendeva preparasi all' imminente,
inevitabile assalto.
Cercava SOLO appagamento.
Dalle
campagne per arrivare alle mura basta un respiro.
Quasi umani
Sventrano, stuprano, lacerano
Mangiano
Catturano, Imprigionano, strappano il feto
Mangiano
Strappano la donna grida sangue e piscia vomito. Esplorano con carne uncinata,
tremanti masse eiaculano su, nelle donne, uomini, bambini, animali domestici,
porci incatramati, un asinello impalato, tutto tutti sono sacche viventi
per loro.
Amberville, la città pulsante, dietro le mura, al sicuro, contempla
quel massacro, degusta il filamento del giorno, la tortura del giorno,
vagine arse, ombelichi trapanati, soffocamento rettale, clisteri di cianuro,
cazzi scorticati.
Ormai è completamente catturata, stimolata dalla nuova minaccia.
Si scorda, lascia fallire e chiude i suoi tanto amati orfanotrofi –
bordello. Una novità così allettante non può essere
ignorata, deve catalizzare il piacere.
Quattro
mesi dopo
I
quasi umani s' insediarono a ridosso delle mura
Amberville è una lumaca dal guscio fragile.
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Cerca
conforto dal malessere, Amberville entra nella camera dei figli, premurosa
rimbocca loro le coperte, un bacio sulla fronte, con un filo di voce li
rassicura, certe cose accadono solo fuori dalle mura. Dormite sonni tranquilli.
Una carezza.
La mano dolcemente sfiora i capelli, s'accerta che i piccoli stringano
il loro orsetto un ululato bestemmiano le sirene bestemmiano i megafoni
mamme papà sorelle fratellini guardano fuori dalla finestra il
deflagrare il panico, i Quasi umani sono nella città, sono il veleno
che dalle arterie corre verso il cuore pulsante.
4
I
bislacchi guerrieri riuscirono a catturare un patetico – malato
– purulento Quasi – legato – si contorceva - piangeva
– patetico – le cose simili a braccia riuscirono a spaccare
le catene, forza disumana, la faccia quasi non identificabile accennò
uno schifo simile ad una smorfia di vittoria.
Troppo tardi
Un ultimo sforzo combinato di Amberville. La deformità venne scaraventata
nel burrone, assorbita da un orrore pazientemente accovacciato sul fondo.
I riflessi gialli accerchiarono la vittima, partendo da lontano, un guizzo
arancione scuro divenne marea tremante che, per l'eccitazione dell' imminente
pasto, iniziò una palpitante metamorfosi in verde insano. Quasi
umano un po' masticato un po' penetrato dall'ipofisi amaranto. L'orrore
accovacciato era sul punto d'impazzire per il banchetto, incapace di trattenere
le variopinte emanazioni. I pori sputarono particelle nebulizzate ocra.
I sacerdoti narrano che i bianchi succhi gastrici si presentarono solo
quando il sole riprese a lottare. All'alba un sibilo grigio, del Quasi
non era rimasto che un grido.
Dal
libro delle promesse – salmo 15 –
"In quella massa celata sul fondo, forse un tempo uomo o semidio,
forse incestuoso frutto di umanità abbindolata da una scintilla
delle paludi, si presentarono i guizzi grigi, iniziarono la meticolosa
opera di ricostruzione. Pezzo per pezzo il quasi sacrificio venne rigenerato:
Il cuore a cuspide, gli occhi fusi come tuorli, le robe simili a braccia,
la testa con più fronti. Identico venne ridonato ai suoi simili."
Identico
Così come venne gettato
ai sui simili.
FUMMO RIDONATI
E
nel suo corpo da Preghiera divenni Materia
Inizialmente
fui trascurabile virus, annidato in una simil prostata, trasmettibile
da e tra "QUASI", passai a tenia e con i brandelli trasportati
dalle loro feci uscii dai quei corpi, mi celai tra i loro rifiuti, larva,
mosca, scarafaggio, topo, civetta, avvoltoio spazzino.
Raggiunsi il vertice: predatore dai denti a sciabola, in agguato, in paziente
attesa nelle campagne occidentali.
Rimasi
lontano da tutto, Amberville iniziò ad invocare il mio nome, così
pentita della propria cecità, dell' irrefrenabile, inevitabile
morbosità, i bambini pregavano perché non venissero divorati.
Dal
libro delle promesse - Salmo 16 –
"Solo
quando raggiungerà l'apice della catena alimentare, l'Idea divenuta
Speranza, Verbo, Preghiera, Materia, Carne, si rivelerà all' uomo,
in uterina attesa. Si alzerà, farà i suoi primi passi da
bipede, sfiorerà il ventre di Multiforme Dea Madre."
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Sfioro
la statua, la fronte contro il ventre di Multiforme Dea Madre, m'inchino,
ancora instabile per la nuova inusuale condizione di creatura bipede.
La sua fertilità sussurra i miei compiti:
Perché sono stato invocato.
Perché sono diventato carne.
Perché sono io.
IO
Sono pazzia.
IO
Sono LA voce,
il plagio mentale che s'insinua nelle loro menti, che obbliga i Quasi
Umani a sbranarsi l'uno con l'altro.
Sono virus che blocca i centri nervosi, manda in sovraccarico la circolazione.
IO
Sono l'artefice di catastrofi, epidemie di quasi corpi che ammasso in
cataste di morte.
"Esplodi"
Lo grido
L’ORDINO
fissando le deformità annebbiate da fame incolmabile e violenza.
Esplodono come zecche sazie
"Esplodi!"
plasma,
"Esplodi!"
Frammenti cranici
"Esplodi!"
Terminazioni nervose
dipingono composizioni polimateriche
IO
Sono dentro, fuori, attorno
Ai QUASI.
IO
Sono il pugno che li stritola.
La mia stretta un meccanismo irreversibile, sempre più tenace,
la pressione li fa schizzare dai buchi,
le orecchie vomitano il cervello, la bocca vomita cervello.
Anche gli occhi vomitano.
Nella stretta
Sono ancora molti, troppi.
Troppi per uno solo, ma
dentro di me
penso
No
Non ho paura.
Trovo
LA VOLONTÀ
nelle preghiere,
LA FORZA
nelle pupille dilatate dal terrore.
In
questo mio capolavoro di quasi carne suppliziata
sono consapevole:
ogni mio movimento
ogni mio pensiero
è sempre
SOLO
un altro sinonimo di morte
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Accelerazione
temporale
I
fatti, i segni , gli accadimenti così espliciti parlano da soli.
Il mio nome viene cancellato dai muri, i tatuaggi in mio onore sostituiti
da esotici simboli portati dalle carovane che esplorano le meridionali
distese dei ricordi in polvere.
Vengono demolite le cappelle, i mausolei, le statue a mia immagine e somiglianza,
sulle mie macerie si ricostruiscono gli orfanotrofi - bordello.
È inutile che faccia lo stupito o l'incredulo.
Tutto era già stato deciso, voluto.
Si sapeva.
LO SAPEVO
quando ero ancora guizzo nell'Orrore, mi fu ricordato da Madre Dea Mutamento,
nell'atto di farmi rivelazione.
Amberville non ha più bisogno di me , non prega più il mio
nome, il mio intervento. Ho sterminato quasi tutti i "Quasi",
il mio è stato un genocidio; gli ultimi esemplari avvistati, non
sono che derelitti.
Non sfidano Amberville o il mio potere, quei superstiti sono mossi da
un primordiale istinto di fame, pulsioni allo stato terminale, così
estremo da indurre molti a recidersi, divorarsi un piede, preservare e
consumare con meticolosa parsimonia i brandelli di carne e nervi rimasti
attorno alle rotule. Auto-fagocitarsi per sopravvivere qualche scatto
di orologio in più, per protrarre il loro strazio un paio di battiti
oltre.
Ucciderli è un atto di misericordia.
La popolazione – quasi infastidita dalla mia presenza – immemore
e ingrata – può tornare alla sua fracida routine, senza la
pressante minaccia.
Selezionare infanti randagi nel settore 9 per portarli negli orfanotrofi
– bordello del settore 5.
Settore 11, i barboni virulenti vengono fatti accoppiare con "Quasi"
catturati ed imprigionati.
Tutto Come Prima.
Rivolgo
rassegnato lo sguardo nella direzione della statua di Madre Dea Mutamento.
È inevitabile
L'oblio
la morte di colui che non dovrebbe, potrebbe morire
L'ultimo palpito con le sembianze da rivelazione, un sibilo un guizzo,
mi dileguo, mi assorbono le viscere gonfie dell'orrore.
Mi fagocita.
Ben tornato.
9
Flagello,
corpi penduli, impiccati, dilaniati, squartati. L'asfalto è brandelli,
moncherini sangue, le fogne sono vie di trasporto per gli strazi di Amberville.
Pregano
Pregano Pregano
PREGANO!
Quando i Bambini Mutamento li accerchiano, s'insinuano nei loro corpi,
fagocitano, sangue esplode per raggrumarsi in quegli stomaci sub larvali.
Pazzia sfonda cuori, trapassa bulbi e timpani, spappola il cranio in una
rammollita danza di cartilagini nervose e voci nelle teste. Sciolgono
la vita
Esplodono le mamme, esplodono i fratellini e le sorellastre.
Amberville
prega, offre feti sieropositivi, puttane sdentate campionesse d'ingoio,
barboni liquefatti in necrosi bavosa.
Pregano, spalmano il ventre di Madre Dea Mutamento con frappé di
uteri in cancrena, larve prelevate dal pus orale di malati terminali.
Scongiurano la Statua di essere liberati dai Bambini Mutamento, figli
illegittimi di una Divinità menefreghista.
Cantano, ma sanno che nessun verbo si farà carne.
Per loro.
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Afa
– 45 gradi - è prossimo il collasso
Blackout
L'incubo
dei Bambini Mutamento inizia a metà estate – amorfe cose,
intersezioni bavose, invertebrati con propaggini urlanti – assorbonoproiettilicorrodonolame
Torno
ad essere Idea – Parola – Preghiera.
Divengo
materia con lo sforzo combinato di Sacerdoti e Guerrieri rivolto a gettare
un abominio nell'Orrore accovacciato.
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Impregnato
dall'Orrore
Non importa quando. Accadrà. Ne sono certo. Il tempo non è
mio nemico. Non lo è mai stato.
Corsi e Ricorsi.
Sfuggo agli assalti di Arancione nebulizzato, percepisco l'invidia di
rosso fluttuante – Ah lui che e' sempre stato prigioniero!
Non ho fretta
Neri non assillatemi, gialli non ho tempo per voi!
Accadrà
Una
nuova minaccia stimolerà, ecciterà, irretirà, attanaglierà
Amberville. Ancora una volta l'abominio sarà catturato, scaraventato
nell'abisso.
Risucchiato, Ispezionato, Scomposto digerito Ricomposto rigenerato:
Identico Tornerà
Tornerò
Torneremo
come
Flagello.
Il TUO
AMBERVILLE!
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