Alessandro
Chalambalakis
Isabella Santacroce: vietato ai minori, destinato
ai minori
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Lungo il filo di
una prevedibile cosmologia dantesca rovesciata, in V.M. 18
(Fazi Editore, Roma, 2007), Isabella Santacroce ci racconta la storia
della voluttuosa Desdemona (sic) che, entrata in collegio,
si dedica, assieme alle sue nuove viziose amichette (sic-sic!),
a quello che la Santacroce vorrebbe che fosse un efferato erotismo
di tipo sadiano orientato a quella sacralità estatica, erotica
e decadente in cui la bestemmia e la preghiera coincidono. Lo scopo,
ahimè, non viene assolutamente raggiunto. La narrazione,
banale e scontata, si svolge senza turbamenti, senza soprassalti,
totalmente priva di ogni autentica dimensione letteraria. Non vi
è delizia erotica tra le parole, i periodi scorrono come
cantilene, suonano lagnosi e non possiedono alcun intreccio narrativo.
Terribile, tra l’altro, l’uso smodato delle maiuscole
e il ripetersi incessante, borioso e manieristico del precedere
dell’aggettivo rispetto al sostantivo. |
La poetica delle Spietate Ninfette
che strumentalizzano i poveri maschi coglioni per i loro piaceri non riesce
nemmeno ad essere una parodia della femme fatale. Non seduce,
non ammalia, non spaventa e, cosa estremamente grave per un romanzo erotico,
non eccita. Ciò che rimane è solo un finto eccesso condotto
alla norma, alla maniera e quindi alla noia. L’erotismo che ne risulta
è appiccicaticcio, caramelloso, kitsch. Più che un romanzo
è un elenco del telefono di cliché trasgressivi. Un elenco
terminologico di eccessi che, suonando meramente come una pessima imitazione
dell’immoralismo sadiano, finisce per essere privo dell’eccesso
stesso. Si tratta in fondo di una dettagliata lista della spesa di beceri
romanticismi estetizzanti e di comunissime poetiche del sublime da fase
puberale.
Spericolata e senza paura, la Santacroce si addentra perfino in questioni
antropologiche, filosofiche e teologiche e, oltre ad ottenere un buco
nell’acqua dal punto di vista argomentativo, non è nemmeno
d’effetto dal punto di vista poetico. Il testo manca di lacerazione,
di valida dimensione tragica (nonostante l’ostentato e pacchiano
uso di nomi propri tratti dalla letteratura classica) e, soprattutto,
manca di stile e spirito compositivo. L’esito del giochino concettuale
applicato alle coppie di opposti (satanico dio - celestiale demonio;
maligni miracoli – benigni baccanali; purissima scostumatezza –
deformata lucidità) è adolescenziale, privo di potenza
blasfema. I ribaltamenti erotico-religiosi che vorrebbero essere batailleani
risultano essere distanti anni luce e dalle cupe atmosfere di un surrealismo
nero e dal linguaggio lacerato che lo caratterizza. Il male, tanto sbandierato
come supremo obiettivo dell’efferato erotismo, non si sente,
non si percepisce e non provoca reali ferite. Non vi è traccia
di dolore o di crudeltà, né sul piano formale né
sul piano squisitamente narrativo.
V.M. 18 è un romanzo noioso ed annoiato, il perfetto ritratto
di una daddy’s girl che, nel suo Blog, ci parla del suo
ovvio immaginario da porno-bambolina. Scritto in un linguaggio estremamente
pomposo e forzato, V.M. 18 non possiede e non convince, in nessuna
riga. Mediocre letteratura, mediocre eccitamento: il kit perfetto per
mediocri lettori. Un’altra bella iniziativa commerciale, con tanto
di Blog, fotine sexy-maso e una dose rincarata di manierismo estetista
che ultimamente va così di moda e che piace tanto alle lolitine
neo-gotiche. Un’itaGLiana mala-scopiazzatura
della freddezza sadiana. Nulla di nuovo (il quale, se ben scritto, si
potrebbe anche perdonare) ma soprattutto nulla di autentico, nulla di
interessante. E questo, alla scrittura, soprattutto quando pretende potenza
drammatica, non si perdona. Mai.
A cospetto di tutto questo, la seconda di copertina (il tragico consiglio
per gli acquisti) recita:
«Isabella Santacroce partorisce
pagine senza alcuna pietà e censura e proietta il romanzo in una
dimensione mitica e nel solido impianto di una tragedia classica, creando
un inedito decadentismo sadico-anarchico-libertino-estetizzante».
Comico.
Alessandro Chalambalakis - los@ctonia.com |