Ouverture -parte seconda-
Ctonia rivendica l’inferiorità come spazio sacrale, come spazio ipogèo del fluire culturale in opposizione al verticismo celeste dei saperi retorici e pedagogici che, in quanto tali, per propria natura, non possono permettersi di sondare gli abissi e le profondità ad essi estranee, nemiche, ostili se non addirittura ignote o invisibili. Ctonia nasce come antitesi rispetto a coloro che si ostinano a non voler comprendere il legame fra la cultura e il ventre di sangue che l’ha originata. Ctonia si propone di ricercare e studiare la presenza dell’erotismo, del sacro e del demoniaco nelle arti, nelle letterature, nelle filosofie, nelle forme religiose, nel pensiero magico e nel mito. Ovviamente non si tratta solo di rintracciare l’esistenza di tali elementi nella cultura (elementi che sono poi legati ad una molteplicità di questioni che dovranno essere affrontate nello specifico momento per momento) ma si tratta, anche e soprattutto, di studiare e comprendere il nesso che lega antropologicamente questi tre fattori tra loro. Nesso la cui natura è strutturalmente dinamica e che indubbiamente varia a seconda della cultura e del contesto storico di riferimento ma che tuttavia presenta caratteristiche costanti, radicate nei saperi e nella vita degli uomini. Il fine è quello di comprendere i significati che questi termini hanno nella vita e nell’esperienza e il ruolo che essi hanno giocato e giocano nel pensiero, nelle poetiche, nelle estetiche e nel mito. Ctonia sfida a guardare negli occhi ciò che per definizione sfida l’essere umano: la sacralità erotica del demone. L’inferiorità di Ctonia va
precisamente in questa direzione: inferiore in quanto infera, abissale,
relativa alla terra, alla mater-materia, alle sue cavità
e ai piaceri viscerali che ne derivano. Inferiore in quanto grave, pesante,
bassa, che non si rifiuta di scendere per comprendere. Inferiore in quanto
demonica, lavica, tellurica. Ctonia vive di menadismi e stregonerie, di occultismi e occultamenti ma anche d’illuminismi e Illuminazioni. Di etiche ed estetiche del negativo, di promiscuità e oscenità poetiche, di mitopoiesi e deliri narrativi, di syn-bologie e dia-bologie. Di inferiorità e ferinità, di rapimenti e abbandoni, di satanismi e titanismi. Ctonia è innamorata di perversioni ed inversioni, di capovolgimenti e trasvalutazioni. Di rituali drammatici, erotismi ed arcaismi, di sprechi, eccessi e dissoluzioni. Di inattualità, filosofie e filo-follie. Di radici e radicalità, di spirali gioconde e mascherate, di scissioni pathos-logiche e di antiche saluti. Ctonia copula con separazioni e dissociazioni stilistiche, con antagonismi e demonismi letterari, con lacerazioni dialettiche e psichedelie del sotterraneo, con visioni, allucinazioni, alterità e patimenti, con scosse sismiche e flussi sanguigni, con arti, veleni, artifici e sacrifici. Con tragedie e volontarismi, con magmatici e ferruginosi magnetismi. Ctonia è terreno dell’accidente
per eccellenza, terreno di ciò che sempre si muove e che sempre
guerreggia con la presunta immobilità delle cose. Infero è
il suolo della pluralità e della polivalenza, dell’ambiguità
e della doppiezza. Inferiore è il terreno del chaos e del caso,
del sub-reale e del sub-cosciente; della diversità e della nobile
compresenza conflittuale di opposti. Ctonia - info@ctonia.com |