Friedrich L. Des Esseintes

Nefandum
Massime di attualità minima
[I]

I
a.
Ogni opera d’arte - sia essa musicale, pittorica, cinematografica, teatrale...- è destinata ad essere rovesciata, smembrata, percossa e violentata dai sempre nuovi contesti in cui si trova inserita: dal diverso periodo storico-culturale, dall’ambiente in cui viene “gettata”, dallo spettatore che trova ad accoglierla, dai metodi o supporti di riproduzione.
Resta da chiedersi: ha senso cercare di cogliere la rappresentazione originaria dell’artista (ammesso che sia univoca), l’idea presente nella sua mente al momento della creazione e tentare di riprodurla?
C’è qualcosa di essenziale da rispettare o l’arte è “solo” una sublime puttana?

b. L’arte spiegata e criticata è come una donna alla quale si è tolto il trucco e l’abito da sera.
(Morale: i filosofi non hanno tatto)

II
Il valore di un’esposizione di una teoria, sia in forma aforistica, poetica, prosaica e forse anche saggistica, dipende quasi esclusivamente dalla sua forma - dal ritmo delle sillabe, dalla scelta di certi termini che rimandano a certi vocabolari, dalla progressione sinfonica dei suoni che la compongono – insomma dalla sua estetica. E’ la retorica a fare la storia.
Morale: la traduzione è mistificazione e la sinonimia è illusoria.

III
Ogni presa di posizione è anche una... presa di “opposizione”; schierandosi con qualcosa o qualcuno automaticamente si dichiara guerra ai soldati dell’altro fronte.
...e come è noto, il legame che si crea tra due contendenti e il condizionamento reciproco che ne segue li portano inevitabilmente ad assomigliarsi sempre di più, a diventare l’uno lo specchio dell’altro, nel gioco perverso e inconscio della mimesis.
Morale: il Buon Senso impone di schierarsi solo raramente e su questioni essenziali, rare, accessibili ai pochi... solo questo dà la certezza di aver scelto i nemici migliori.

IV
Le dicotomie, le opposizioni, le antitesi, che dominano l’esistenza umana, sono essenzialmente paradossali, fasulle, mistificanti, fraudolente: i due termini in conflitto si pretendono “seriamente” contrapposti ed esigono di essere ritenuti tali, quando invece non potrebbero fare a meno l’uno dell’altro.
Morale: l’esistenza umana è fondamentalmente paradossale... razionalizzarla è un crimine destinato al fallimento.

V
Ogni uomo - sia filosofo o scienziato, poeta o politico - cerca le ragioni, i fondamenti teoretici dei suoi ideali solo dopo averli fatti propri.
Sono le ragioni inconsce (interiorizzazioni di esperienze vissute) a determinare l’empatia e quindi l’approvazione di una dottrina; l’ideale vero è quello che fa vibrare i muscoli, brillare gli occhi e scalda il sangue nelle vene.

VI
Il modo più efficacie per convertire una persona ad una teoria è quello di fargli corteggiare l’amata da un sostenitore del pensiero opposto.

Continua...

Friedrich L. Des Esseintes - info@namenlos.it