Presentazione
di Marco Tabacchini Nessuna
armonia, così come nessuna sovrapposizione, può colmare
il mancarsi reciproco che interviene tra individuo e corpo; tra la completa
coerenza con cui il primo vorrebbe ammantarsi e quell'irriducibile alterità
che costituisce l'eterotopia del corpo. Spazio altro, spazio inassumibile,
è questo corpo che fa sentire tutto il suo peso, ingombrante e
spesso scomodo, un corpo che non è del tutto proprio, spesso inappropriato,
corpo con cui, appunto, "faccio corpo" nella sua estraneità
e nella sua insistenza ad espormi al mio fuori. E così anche agli
altri corpi, altrettanto estranei, altrettanto pesanti e presenti. Un
corpo, per quanto singolare, è sempre a contatto con altri corpi;
ci espone, senza alcuna delicatezza, al suo essere corpo con gli altri,
tra gli altri corpi. Ed è per questo che l'obiettivo di tutte le
utopie, il bersaglio di tutti i desideri di emancipazione e liberazione
dell'uomo è proprio il corpo. Liberazione dalla sua materialità,
dalla sua finitezza, che è anche quella dell'uomo, dal suo peso,
dal suo essere sempre, irrimediabilmente presente. Liberazione dal suo
essere in prossimità e dal suo essere-con, dalla nudità
della sua esposizione. E, non per ultimo, desiderio di liberazione dal
suo essere comune, volgare, impersonale e inqualificato, senza dignità,
nudo ed esposto nella sua nudità costitutiva. Caduti ormai i tentativi
di liberazione del corpo, dal potere, dalla morale, da ogni meccanismo
di repressione, ora l'attenzione si sposta sull'affrancamento dal corpo
stesso. Il corpo, una prigione per l'essere umano che desidera essere
glorioso e degno del suo nome, isolato da tutto ciò che lo possa
richiamare alla bassa vita animale, da tutto ciò che resta ancora
un inciampo rispetto al funzionamento della macchina antropologica. È
per questo che la cultura e il potere hanno sempre lavorato all'insegna
dell'evaporazione della materialità del corpo e alla sua ricostituzione
in forma immaginativa e performativa, attraverso la mobilitazione del
desiderio dell'uomo. Desiderio dell'uomo verso se stesso, in un circolo
vizioso che è tanto produzione di umanità quanto utopia
di salvezza, redenzione da ogni basso materialismo che ancora insidia
nella carne. |