Foucault, Michel, Storia della follia nell'età classica, Milano, Rizzoli, 2006. Presentazione
di Alessandro Chalambalakis L’importanza
di quest’opera è capitale in una molteplicità di sensi:
innanzitutto nel senso dell’accuratezza e dell’originalità
della ricostruzione storica di un argomento scabroso e intellettualmente
scomodo e marginale come la follia, poi, indubbiamente, nella ricchezza
dell’analisi sociale che non viene mai isolata dagli aspetti artistici
e culturali ma nemmeno da quelli economico-politici. Foucault, difatti,
prende in esame sia documenti storici che testi scientifici, filosofici
e letterari, sia trattati di medicina che delibere amministrative. La
trasversalità di un tale approccio gli permette quell’ampiezza
di sguardo, autenticamente intellettuale, che consente di comprendere
non solo i significati sociali e antropologici dell’internamento
ma anche i suoi retroterra culturali, economici e politici. La lucidità
dello sguardo foucaultiano coglie non solo i paralleli tra il razionalismo
e la pratica dell’internamento ma rivela tutta una serie di nessi,
relazioni e analogie tra gli eventi storici, la mentalità di un’epoca
e la concezione tipicamente occidentale della razionalità. Foucault
in sostanza si muove su un piano che è al contempo storico-sociale
e filosofico ed è proprio in virtù di tale trasversalità
disciplinare che riesce a cogliere il come e il perché dell’esperienza
occidentale della follia nell’età moderna. |