Caillois, Roger, L'uomo e il sacro, Torino, Bollati Boringhieri, 2001.

Presentazione di Alessandro Chalambalakis
in Ctonia -2, Aprile2008.

Testo a dir poco inevitabile per qualsiasi tipo di approccio alla complessa tematica sacrale. Roger Caillois, collaboratore di Bataille in Acéphale, cofondatore del Collége de sociologie, nutritosi della filologia di Dumézil, dell’antropologia e della sociologia di Mauss e della filosofia di Kojève, ne L’uomo e il sacro conduce una ricostruzione socio-antropologica di quella che lui stesso definisce la sintassi del sacro. Ne individua, soprattutto in merito alle società arcaiche, gli stretti legami con attività quali il gioco - ovviamente la festa e il rito - e la guerra. Caillois analizza minuziosamente tutti quegli aspetti profondamente connessi all’esperienza sacrale del tremendo e del fascinoso quali l’ambiguità e la polarità, la contagiosità e la dissolutezza, il sacrificio e la sfrenatezza in relazione al caos e ai miti dell’origine, gli interdetti, i tabù e la dialettica tra divieto e sospensione rituale del divieto.
La rilevanza di tali tematiche - che sono, seppur guidate da non sempre medesimi intenti, fondamentali anche per autori come Klossowski, Bataille, Girard, ecc. – consiste, da un lato, nell’aver evidenziato, secondo un’ottica ambiziosa di totalità, i limiti del modo sociologico di indagare il sacro - senza tuttavia abbandonarne gli utili strumenti - e di aver, allo stesso tempo, portato al centro un interesse filosofico nuovo nei confronti delle implicazioni alle quali l’analisi sacrale conduce da un punto di vista dell’esperienza umana contemporanea. La necessità, impellente in Bataille come in Caillois, di ri-mitologizzare il mondo è infatti inscrivibile all’interno di questo interesse filosofico che, nel luogo dell’a-teologia, riconosce comunque l’esigenza di una ri-attualizzazione dell’immanente esperienza arcaica del sacro.