Fernandez,
Dominique, Il ratto di Ganimede. La presenza omosessuale nell'arte
e nella società, Milano, Bompiani, 1991.
Presentazione
di Alessandro Chalambalakis
in
Ctonia - 3, Agosto 2008.
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Dominique
Fernandez, figlio dello scrittore Ramòn, destreggiandosi tra storia,
storia dell’arte e sociologia, ci propone, in questo suo studio
del 1989, un itinerario nell’omosessualità che dalle civiltà
classiche giunge alla Francia del '900. Dopo un’introduzione dedicata
all’interrogativo in merito all’omosessualità come
fatto naturale o culturale, l’autore, nella sua indagine storica
sui costumi della modernità, si sofferma sull’infamia gettata
sugli eunuchi nel XVIII secolo, sulla generalizzazione indebita dei concetti
di corruzione e di depravazione ad opera della polizia
e della medicina nel XIX secolo, sulla questione dell’omosessualità
nella Germania di Bismarck e nella Germania nazista, sui giudizi della
psicanalisi che sostituirà, non senza una componente discriminante
o comunque pregiudizievole, con le categorie di malattia e nevrosi
quelle oramai antiche di tara e vizio. La seconda parte,
squisitamente artistico-letteraria, è dedicata invece ad un’analisi
della poetica omosessuale lungo la storia dell’arte, della musica,
della letteratura e del cinema. I riferimenti sono molteplici: dal nudo
maschile nell’arte neoclassica a Rimbaud e Verlaine, Da Mozart a
Britten, da Wilde all’erotismo di Kavafis, da Mishima a Gide, Da
Ejzenštein ad Almodóvar.
Nell’interessante introduzione al saggio, Fernandez, a dispetto
della tanto comoda teoria che vorrebbe la pratica omosessuale come atto
contro natura - teoria peraltro abbondantemente smentita dagli
etologi -, ci presenta la sua tesi in merito alla naturalità dell’omosessualità
arrivando a sostenere l’opposto carattere non-naturale e culturale
della procreazione in quanto legata a interessi di ordine sociale. È
nella società, nell’organizzazione politica dello stato che
dobbiamo cercare la controparte culturale alla naturale ricerca del piacere
non procreativo (di cui l’omosessualità è l’esempio
più immediato ma non per questo il solo). L’omosessualità,
ci dice lo scrittore, così come ogni ricerca del piacere fine a
se stesso «rivela, in chi la pratica, una non-resistenza alla sensualità»
che, dal punto di vista dell’ordinamento sociale, viene vissuta
come contrasto e opposizione in quanto «troppo pericolosamente naturale».
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